Chirurgia estetica e Social Network: un binomio in ascesa

Chirurgia estetica e Social Network: un binomio in ascesa

di Maria Serena Patriarca

Ripsigal - Influencer russa

Ripsigal – Influencer russa

Sei molto “social”? Probabilmente sarai più incline anche alla chirurgia estetica. In un mondo in cui gli influencer ricoprono un ruolo sempre più predominante, talvolta discutibile,  sembra questo il trend del momento, almeno in base ad uno studio della Johns Hopkins University negli Stati Uniti, prestigioso Istituto Universitario privato fondato nel 1876 a Baltimora, nel Maryland. Che Instagram, Snapchat e Tinder dilaghino ormai in rete e siano “fruiti” non solo dai giovanissimi, ma anche da un pubblico anagraficamente più maturo, è un dato di fatto a livello internazionale.

La ricerca americana in oggetto è interessante poiché mette in rilievo come gli utenti dei social a carattere prevalentemente fotografico (Instagram, Snapchat, TikTok e Tinder innanzi tutto) siano più propensi a interventi di ritocco estetico rispetto a chi frequenta altri tipi di social dove la parte “immagine” è meno impattante (pensiamo a Facebook o Twitter, per esempio). Lo studio è stato basato su un sondaggio che ha preso a campione 252 partecipanti sopra i 18 anni (età media 25 anni), nel quale la tendenza è risultata evidente negli utenti più presenti sui social di imprinting fotografico.

La relazione causa-effetto di questo fenomeno è ancora tutta da approfondire, ma certamente si tratta di un trend che va “attenzionato”, specialmente per i genitori che hanno figli preadolescenti o adolescenti. Senz’altro, nella civiltà globale dell’immagine hi-tech, l’ossessione per i filtri fotografici che fanno da padrone su Snapchat, Instagram così come altre app di ritocco del volto, contribuisce al fatto che parecchi utenti dei social networks siano quasi schiavi del loro apparire, e forse per questa tipologia di persone i soli filtri fotografici non sono sufficienti. Ecco perché la propensione a rivolgersi a ritocchi di chirurgia estetica nella vita reale, senza eccessivi ripensamenti.

In base alle interviste realizzate dagli studiosi della Johns Hopkins statunitense gli utenti che più vivono quotidianamente e con familiarità i social media hanno rivelato di sentirsi più favorevoli ai “ritocchini” estetici e chirurgici rispetto a chi tiene la propria vita lontano dai riflettori social-mediatici.

Il rischio è quello -però- di voler assomigliare sempre più ad immagini “avatar” realizzate al computer, e allontanarsi nel contempo da quelli che sono i canoni estetici della bellezza reale in carne ed ossa. Dalla ricerca è emerso inoltre che i web-surfers più presenti su Tinder, YouTube (dove i video sono i protagonisti indiscussi) e Snapchat hanno dichiarato in percentuali maggiori di essere propensi a pratiche di chirurgia estetica per sè e gli altri. A sorpresa, i fan di Instagram e VSCO hanno invece espresso delle perplessità in merito, nel senso che sarebbero disposti a prendere in considerazione la chirurgia estetica per se stessi, diffidando però di fondo della pratica in generale per chi non propugna quotidianamente il proprio viso sui social. Gli utenti di Facebook e WhatsApp, invece, non hanno mostrato maggiore propensione alla chirurgia estetica del resto della popolazione comune.

In un mondo parallelo o virtuale, in cui ormai si è diventati spesso schiavi dei “like” e dei “followers”, è curioso il dato rilevato dalle interviste fatte ai chirurghi plastici di Baltimora, che hanno dichiarato di aver ricevuto numerosi pazienti che mostravano sullo smartphone i propri selfie modificati alla mano, e che desideravano essere “ritoccati” proprio come le foto filtrate portate allo studio medico. Lo studio in realtà non suggerisce una relazione di causa-effetto tra i due fenomeni, ma una semplice correlazione.

Non è detto cioè che l’abuso di filtri virtuali renda più accettabile o desiderabile negli utenti l’idea di modificare i connotati propri o altrui in modo permanente; semplicemente, chi è più abituato a sottoporsi a modifiche digitali e si unisce a social dove si viene letteralmente valutati tramite cuori e match, ha meno remore e pregiudizi nei confronti della pratica chirurgica. Il problema però se lo sono posto altri studi, in uno dei quali la maggioranza dei chirurghi plastici intervistati ha affermato di aver ricevuto uno o più pazienti con selfie modificati alla mano, che chiedevano di essere ritoccati esattamente come le foto filtrate portate nello studio.

Maria Serena Patriarca