Chirurgia Estetica Mammaria: La mastoplastica additiva è la pratica chirurgica più richiesta dalle pazienti italiane
di Maria Serena Patriarca
Forme femminili armoniche, segreto di bellezza e seduzione. I nuovi trend della chirurgia estetica vedono in testa nel nostro Paese la chirurgia della mammella, la più richiesta dalle pazienti italiane. E’ quanto confermano i dati diffusi dall’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, basati anche sugli studi dell’International Society for Aesthetic and Plastic Surgery. In questo scenario la chirurgia estetica mammaria svetta fra le richieste che, anche per il 2022, potrebbero fare la “parte del leone”, seguita a ruota da rinoplastica, gluteoplastica (per avere un lato b tonico e modellato) e ringiovanimento del volto.
La scollatura perfetta sembra dunque essere il sogno delle Italiane, e la chirurgia della mammella nelle sue diverse applicazioni – mastopessi, mastoplastica additiva e riduttiva, tecniche ricostruttive, ginecomastia, rimozione di protesi– copre il 34% delle pratiche di chirurgia estetica realizzate ogni anno nel nostro Paese. Tra queste, la mastoplastica additiva detiene il primato assoluto: è infatti la pratica chirurgica più richiesta dalle pazienti italiane (18% del totale).
In termini di tecniche chirurgiche e di sicurezza negli ultimi 5 anni la chirurgia mammaria ha fatto, senza dubbio, passi da gigante: basti pensare che è cambiato in modo sostanziale il tipo di risultato che si desidera ottenere; oggi la maggior parte delle pazienti chiede un seno naturale ed armonico, rifuggendo dagli stereotipi di “maggiorata fisica” che qualche anno fa potevano ancora risultare ambiti.
Le protesi utilizzate per aumentare il volume del seno sono sempre realizzate con materiali sicuri perché biocompatibili, e possono essere rotonde oppure anatomiche (ovvero riproducenti la forma a goccia del seno naturale) e avere superfici dalla texture diversa. La sicurezza delle protesi di nuova generazione è garantita dalle certificazioni che le aziende produttrici devono obbligatoriamente rinnovare ogni 3 anni, dopo aver superato minuziosi controlli, ed è coadiuvata dai rigidi protocolli che gli operatori sono necessariamente tenuti ad applicare in sala operatoria.
La “compliance” tra chirurgo e paziente è un aspetto importantissimo nel rapporto che si crea tra chi decide di affrontare un percorso di chirurgia estetica e il professionista al quale si affida. Il risultato finale dovrà -sì- soddisfare tecnicamente il chirurgo, ma è fondamentale che incontri le aspettative della paziente. Ecco perché un chirurgo estetico qualificato e serio saprà sempre consigliare alla propria paziente la protesi più indicata per garantire il risultato auspicato, valutando attentamente la situazione anatomica di partenza e considerando i diversi parametri utili per ottenere proporzioni armoniche.
Esistono varie tecniche per inserire le protesi: retro-ghiandolare, retro-muscolare, dual-plane, triple-plane. La scelta fra queste è di competenza del chirurgo, a seconda della situazione anatomica di partenza e associando, qualora vi sia da correggere anche la lassità, un intervento di mastopessi.
Le tecniche di trapianto di tessuto adiposo si sono evolute rapidamente nel tempo, così come le conoscenze relative all’evoluzione del tessuto trapiantato. I dati clinici hanno fugato i dubbi di alcuni anni fa sulla possibilità che le cellule trapiantate potessero degenerare in cellule neoplastiche, dannose per il corpo. Il fat grafting (o lipofilling) oggi viene quindi effettuato in assoluta sicurezza, e circa il 60% delle cellule trapiantate attecchiscano nella nuova sede: ciò si traduce in un risultato molto gradevole. Come tutte le pratiche di chirurgia estetica, la mastoplastica additiva deve essere eseguita da un professionista esperto.
La tecnica di mastoplastica additiva mista o ibrida è quella di cui si discute maggiormente nella comunità scientifica, e sempre più chirurghi la applicano in sala operatoria. Ma in cosa consiste esattamente? In parole semplici, si tratta di una procedura che prevede l’inserimento dell’impianto protesico sottoghiandolare, in associazione con un trapianto di tessuto adiposo autologo o lipofilling. Il grasso trapiantato viene utilizzato per “sfumare’’ i contorni della protesi, con l’obiettivo di ottenere un risultato esteticamente più naturale.
Ma attenzione: le proposte di interventi al seno low cost, che dilagano online sui social e sul web, rappresentano una possibile minaccia per le signore, più o meno giovani. Il rischio è quello di affidarsi a medici e strutture non al top per abbassare i costi. Il risultato, in queste condizioni, potrebbe essere insoddisfacente, con la conseguenza di dover ricorrere ad un altro intervento di chirurgia, la cosiddetta chirurgia secondaria (che costituisce il 15% degli interventi al seno) per correggere o risolvere i danni causati dalla precedente mal-practice.
Da valutare attentamente anche la proposta della chirurgia associata, cioè di affrontare più interventi estetici in una sola seduta, in anestesia generale: quest’ultima è spesso promossa facendo passare l’idea che comporti un risparmio di tempo, in termini di down-time postoperatorio, e di denaro, dal momento che si affrontano una volta sola i costi della sala operatoria. In realtà, diversi studi scientifici confermano che dopo 5/6 ore in anestesia generale aumenta il rischio di problemi postoperatori.
Ricordate che prima di affrontare un percorso di chirurgia estetica è fondamentale sempre assicurarsi che l’intervento venga effettuato in strutture che rispettino i requisiti di sicurezza, alla presenza di un anestesista, ricevendo informazioni precise su ogni aspetto dell’intervento, del risultato e sul decorso postoperatorio. Se il chirurgo plastico appartiene ad una società scientifica nazionale di Chirurgia Plastica, la sua esperienza e il percorso professionale saranno stati vagliati da un comitato di Specialisti che lo ammette.