LA BELLEZZA E LA CURA DELL’IMMAGINE DIVENTANO I NUOVI STATUS SYMBOL IN SOCIETÀ

LA BELLEZZA E LA CURA DELL’IMMAGINE DIVENTANO I NUOVI STATUS SYMBOL IN SOCIETÀ

di Maria Serena Patriarca

Può la chirurgia estetica considerarsi un trend che amplia il divario economico? Sembrerebbe proprio di sì, dal momento che la situazione worldwide riportata dai media specializzati delinea lo scenario in cui i nuovi standard di bellezza sono guidati da trattamenti e filler, e rappresentano a tutti gli effetti una forma di rappresentazione di “status”.

La discriminante bellezza, modello Margot Robbie per intenderci, fa sì che filler, liposuzioni, botox e ogni trattamento o aiuto estetico disponibile sul mercato siano ambiti come cartina di tornasole per uno stile di vita un futuro socialmente più accreditato. Del resto, ciò è quello che hanno fatto anche Hailey Bieber, Bella Hadid (eletta nel 2021 la donna più bella del mondo), Kylie Jenner e molte altre celebrities.

Già nel 2011 e nel 2013 due ricerche riportate su Dazed Digital, rivelavano che “le donne poco curate nell’immagine guadagnano il 40% in meno rispetto alle colleghe più avvenenti, mentre le persone attraenti hanno oltre il 20% in più di probabilità di essere richiamate per un colloquio di lavoro e sono percepite come socialmente più qualificate, affidabili, sicure e competenti”.

Bellezza e good average – come nei corsi e ricorsi storici – tornano ad andare a braccetto, proprio come quando, durante il Rinascimento, l’incarnato pallido e le forme femminili arrotondate e generose differenziavano l’élite dal resto della popolazione che, lavorando all’aperto, aveva spesso la pelle scura e bruciata dal sole.

Oggi, complice l’incidenza dei social networks su ogni target di età, il settore beauty sembra essere il nuovo “teatro” dove si mette in scena la posizione sociale, e ciò fa sì che il divario tra chi può permettersi i migliori chirurghi estetici, i prodotti all’avanguardia e i ritocchini di ultima generazione e chi non può si faccia sempre più evidente. Non basta più solamente prendersi cura di sè stessi, concentrandosi su sopracciglia, ceretta, denti, skincare ed haircare, e dedicando preziose ore della settima a fare sport. Oggi in molti sentono il desiderio di essere addirittura impeccabili fino all’ultimo dettaglio, e i modelli dello show business, come Jennifer Lopez o Kim Kardashian, lo dimostrano nei loro post più seguiti. Alle porte del 2023 il vero simbolo di status sociale è la bellezza, in quello che la nostra immagine comunica di noi nel relazionarci socialmente con il resto del mondo.

L’aspetto esteriore, e il viso in particolare, sono diventati in molti casi (nel bene o nel male) il comparto più ambito su cui investire per avere successo. Questo fenomeno risente delle pressioni esercitate (specialmente sul pubblico femminile) per mantenere un’immagine perfetta, immune dai segni di invecchiamento, o per pettinarsi alla perfezione. Ed è come se la “sindrome da Selfie” avesse contagiato un po’ tutti.

Come in ogni fenomeno, tuttavia, c’è il rovescio della medaglia: il problema è che tante donne ma anche tanti uomini, per rincorrere standard di bellezza spesso inarrivabili in molti casi sono disposti a tutto: persino a viaggiare verso paesi che offrono interventi a tariffe più “abbordabili”, ma che purtroppo possono non rispettare gli standard sanitari e di sicurezza. Un recente articolo di Refinery29 ha riportato come le donne britanniche stiano accumulando migliaia di sterline di debiti con carta di credito per fare filler e botox. Anche questo dato è una conferma che spesso, nell’epoca contemporanea, solo alcune fasce di pubblico hanno la libertà finanziaria di affrontare una procedura chirurgica costosa, e che gli standard di bellezza dell’immediato futuro rischiano di considerare di chi non ha la possibilità di investire abbondantemente in massaggi, manicure e trattamenti estetici una sorta di outsider sociale. Considerando questi dati tutto il lavoro della Generazione Z fatto per promuovere body positivity e concetti di bellezza inclusivi (all’insegna della diversità) sembra ancora lontano dallo scalfire l’ossessione per la perfezione che dilaga nel mondo occidentale. Come sempre il migliore consiglio è affidarsi a un chirurgo estetico competente che possa consigliare (ma anche sconsigliare, all’occorrenza) i trattamenti più indicati per un’immagine curata sì, ma il più possibile naturale e in sintonia con la persona.